Resistente, impermeabili e di facile manutenzione, la ceramica è la soluzione ideale soprattutto per i pavimenti di bagni e cucine. Le ultime tendenze sono le piastrelle che imitano le venature dei marmi e delle pietre dure, quelle dalla superficie irregolare e quelle ad effetto antico.
Tipologie e destinazione d’uso:
Maiolica, cottoforte e terraglia: si ottengono con due cotture, una per il supporto e l’altra per lo smalto.
Cotto: piastrelle non smaltate composte da un impasto di argilla rossa e porosa.
Klinker: piastrelle grezze o smaltate in monocottura, a pasta variamente colorata e compatta, ottenute mediante la tecnica di estrusione. Ideali per i pavimenti delle case al mare o in campagna e per i camminamenti esterni.
Grès porcellanato: ottenute per pressatura, sono piastrelle estremamente compatte e resistenti, ideali per pavimentazioni trafficate o esposte al gelo. Sono realizzate a pasta chiara o colorata con appositi pigmenti, a tinta unita o a tessitura granulare (tipo granito).
Monocottura: piastrelle formate per pressatura e smaltate con una tecnologia che prevede una sola cottura, a cui sono sottoposti contemporaneamente smalto e supporto. Di materiale a pasta rossa o chiara (a seconda che l’argilla contenga o meno ferro), sono destinate prevalentemente ai pavimenti, poiché particolarmente resistenti alle abrasioni e al calpestio.
La qualità delle piastrelle
La qualità delle piastrelle è stabilita dai valori tecnici determinati dai test eseguiti secondo le norme europee UNI EN attualmente in vigore. Essi vengono riportati sia sui cataloghi che sulle singole confezioni.
Pei: scala di resistenza all’abrasione, valida solo per le piastrelle smaltate. È classificata con valori che vanno dall’1 al 5: la cifra maggiore indica lo smalto più resistente.
[span=testo-grassetto]Mohs: scala di durezza della superficie, definita da numeri variabili dall’1 al 10. Il valore 5 indica una buona durezza.
Newton: resistenza ai carichi, con numeri che vanno da 20 a 50 (35/38 corrisponde ad una buona resistenza).
Classe 1, 2, 3: resistenza alle macchie. La classe 1 è la migliore e significa che la piastrella, durante il test, è stata pulita solo con acqua; la classe 2 con acqua e detersivo, mentre la classe 3 significa che non si è riusciti a togliere la macchia.
Sigle A, B, C, D: resistenza all’azione aggressiva di acidi e detergenti (la A è la migliore).
Come scegliere
Nella scelta della ceramica occorre fare attenzione ad una serie di punti. Innanzitutto occorre accertarsi riguardo alla serietà dell’industria ed alla qualità del materiale. In caso di dubbi, richiedere qualche piastrella delle cassette di produzione e verificarne pregi, difetti e calibratura.
Il prezzo cambia notevolmente da piastrella a piastrella: è quindi opportuno controllare che il materiale fornito sia effettivamente quello scelto e pagato.
Un consiglio: tenere da parte 1 mq di materiale per ogni tipo di pavimento e rivestimento, per eventuali riparazioni e manutenzioni. A distanza di tempo è molto difficile ritrovare il medesimo tipo di piastrella.